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lunedì 28 maggio 2012

Per vivere meglio: tè o caffè?

La scena del benessere, sia che contrasti l'età  o che cerchi di allungare la vita, si colora prima di nero e poi di verde,  bianco e rosso. In questo ultimo caso non si tratta di una ritardata celebrazione per i 150 anni dell'Unità d'Italia ma di tre specie di tè che secondo una ricerca della Kingston University di Londra diffusa da Salute 24Ore,  svolgono una funzione anti invecchiamento delle cellule: secondo i ricercatori, il tè bianco, infuso molto costoso, li batte tutti per tenere lontane le rughe o alcuni tipi di malattie.
Gli studiosi dell'Università londinese hanno confrontato le proprietà della miscela con altri 21 estratti fra erbe, infusi e bevande ma le foglie color argento hanno dimostrato di essere la migliore arma contro i segni del tempo. "Abbiamo condotto test sugli estratti che proteggono le proteine della pelle, elastina e collagene", ha detto David Naughton che ha guidato la ricerca e le cui parole sono state diffuse da Salute 24Ore. Le due proteine, secondo il capo della equipe di ricercatori londinesi, sono essenziali per costruire la base delle cellule umane e non solo quelle della pelle ma anche quelle dei polmoni e delle articolazioni. "Gli antiossidanti contenuti nel tè bianco aiutano a contrastare gli enzimi che impoveriscono elastina e collagene", si legge nello studio. Questo tipo di tè,nell'elenco anti-age, supera di gran lunga il tè verde e quello rosso (rooibos), nonchè l'angelica e altre erbe.
Sul colore nero invece, la rivista scientifica americana "New England Journal of Medicine" ha smentito la teoria secondo la quale bere molto caffè aumenta ingenerale il rischio di morte precoce. In un articolo apparso sull'autorevole quotidiano "Corriere della Sera", si legge che invece gli studiosi americani hanno condotto un "mega studio su 400 mila persone sane per lunghi periodi  ed hanno raggiunto il "sorprendente risultato che all'aumento del consumo di caffè in soggetti sani si registrava una diminuzione della mortalità con un calo fino al 10% in persone che bevono 3-4 tazzine al giorno. Gli stessi risultati sono stati ottenuti, secondo lo studio pubblicato sul "Corriere della Sera" anche con il decaffeinato.
Insomma per l'uomo della strada diventa sempre più difficle orientarsi in questo mondo di ricerca che spesso sconvolge teorie a lungo accettate oppure "inventa" nuovi orizzonti per mantenerci sempre più sani e perchè no? Anche un pò più belli nonostante il progredire dell'età.

Notebook di Nino Alimenti

sabato 26 maggio 2012

Una delle cause dell'aumento del girovita

I giornali, le riviste e i siti on line sono pieni di notizie che riguardano non solo la salute, il benessere ma anche la bellezza, ossia andare avanti con gli anni cercando di mantenerci sani e belli. Alcune di queste notizie ci rendono un pò scettici, ma altre sono veramente interessanti ed andrebbero seguite con maggiore attenzione di quanto normalmente le si conceda.
Ad esempio in base ad uno studio dell'Università inglese di Oxford diffuso in Italia da Salute 24Ore,  si sostiene che bastano dalle tre alle quattro ore perchè parte del grasso contenuto nel cibo appena mangiato si accumuli nell'addome e "se quasi tutto ciò che si mangia a colazione viene rapidamente metabolizzato per ricavare energia, il rischio di ingrassare aumenta molto nel dopocena". Per tracciare il percorso del cibo ingerito, i ricercatori di Oxford hanno fatto mangiare ad alcuni volontari grassi opportunamente marcati. E' stato osservato che le molecole impiegano circa un'ora per essere sminuzzate nello stomaco ed entrano nel sangue come piccole gocce. Queste ultime viaggiano per il corpo per molto meno tempo si pensasse, dicono i ricercatori citati da Salute24Ore, e vengono immagazzinate nei depositi presenti a livello girovita. "Il processo é molto veloce", detto il docente di medicina metabolica ad Oxford, Fredrik Karpe. Per 30 grammi di grassi ingeriti durante il pasto serale, 2 o 3 cucchiaini finiscono proprio interno al girovita. Per contrastare questo, dicono i ricercatori, serve fare attività fisica.
Ma come persona totalmente al di fuori di queste discipline, ricordo che numerosi medici consigliano, in caso di "violazione" di un normale pasto, di sfogarsi piuttosto a pranzo e non a cena. Questo vale anche per la quantità di vino bevuto. Infatti una persona ha tutto il pomeriggio e parte della sera per metabolizzare un pasto più "grasso" del normale, mentre nella maggior parte dei casi, il dopocena prelude dopo un pò al riposto notturno e quindi il grasso rimane accumulato purtroppo sempre sul girovita.
E' anche il cambiamento dei tempi e delle tradizioni che facilita questo: nonostante i ricercatori di Oxford non lo segnalino, mezzo secolo fa, il rito normale era il pranzo con tavole imbandite. Poi la trasformazione della società, il lavoro che impegna molto di più uomini e donne si é concentrato sul detto: ci vediamo a cena stasera..."  dimenticando l'adipe che viaggia sul girovita.
Notebook di bellezza di Nino Alimenti